VARSAVIA - 29 ottobre 2016
IN WARSAW WE TRUST (E ABBIAMO FATTO BENE!)



Se avete acquistato un biglietto EARLY ENTRANCE per uno spettacolo, nella fattispecie uno spettacolo dei Placebo, e contate di recarvi alla venue senza fare la coda e trovarvi agevolmente in prima fila, se avete pagato il suddetto biglietto un rene e una cornea perché evidentemente in Polonia è tutto economico tranne l’ingresso agli spettacoli, se, in tutto questo, non vi trovate in Spagna dove sono perfettamente organizzati, bene scordatevi di non fare la fila. 
Prevedibilmente e su suggerimento di persone molto più esperte della sottoscritta io la fila l’ho fatta, per diverse ore, sotto tutte le condizioni metereologiche possibili immaginabili dal sole alla pioggia alla grandine al freddo paralizzante. 
Di sicuro l’organizzazione lascia parecchio a desiderare e me ne accorgo immediatamente quando le ragazze di Live Nation che devono braccialettarci si aspettano che andiamo noi da loro distruggendo completamente tutta la fila che si è già creata. Bimbe, non funziona così: dovete passare voi a mettere i bracciali alle persone che per altro sono in fila 2x2. Non è difficile da capire ma evidentemente è un processo troppo complicato. 
Comunque alla fine, dopo bracciali, scan e controlli che manco alla NASA, siamo dentro e siamo in prima fila. E va tutto quasi bene se le persone non stessero già spingendo senza nessuna ragione: lo sanno tutti che non è concesso smaterializzarsi durante un concerto! Adotto la tecnica suggeritami dal consorte: gomiti alti e non guardare in faccia nessuno.

Come sempre cominciano i nostri amati MIRROR e Gary confessa candidamente che sono giorni che vivono in uno stato di ubriachezza costante. Non era difficile da intuire in effetti… Miracolosamente, nonostante il cantante ancheggi pericolosamente come una danzatrice del ventre professionista e rotei come un derviscio epilettico, nonostante il tastierista e il chitarrista cerchino di sgambettarsi come due infanti, nonostante il batterista abbia uno sguardo vacuo ed ebete stampato in faccia come avesse visto Madonna, va tutto bene. Sono sempre molto bravi, coinvolgenti e, soprattutto, non vomitano sul palco!

Come sempre, quando tocca ai nostri, parte il video di Every Me Every You (Bitch version) proiettato anche sui maxischermi laterali, praticamente un’istigazione alla sindrome di Stendhal. Sulle note di Pure Morning entrano tutti, io sono in ottima posizione quindi vedo subito quando arriva il nostro piccoletto: sarà una buona serata, si percepisce subito da come cammina :)



La scaletta naturalmente non vale la pena commentarla perché ormai è immutabile in secula seculorum e di sicuro dovremo aspettare la seconda leg del tour per avere qualche variazione. Questo non vuol dire, tuttavia, che i concerti, siano tutti uguali. E se già era palese un crescendo nelle prima 4 date, ora mi trovo di fronte una band completamente diversa rispetto quella di Copenhagen (Aarhus non va nemmeno presa in considerazione, visto come è andata), la strada pare ormai decisamente in discesa. Verso cosa, non lo so ancora, però mi sembra che stiamo cavalcando una buona onda.
Ma, se le canzoni non cambiano, sicuramente ci sono nuove note di colore ogni show.

Quando Brian presenta la band stasera è molto ridanciano soprattutto con Nick, di cui non imparerà mai a pronunciare il cognome.
“Lui suonerà per voi la chitarra come se non avesse un domani, lui suonerà per voi il basso, lei suonerà il violino (boato e Brian un po’ invidioso “Quanti fan stasera!” “No, è solo la mia famiglia” ribatte Fiona ridendo, finalmente!) e io farò per voi un po’ di ciablaclacia (dice mimando un becco da paperino)” E tu, che normalmente getteresti gli occhi al cielo a una battuta di tal foggia, senti gli ormoni che ballano la cucaracha!




Cominciano le celebrazioni di un compleanno apparentemente… Nel pubblico voci mormorano che sia il compleanno di Nick ma in realtà non è assolutamente vero. In compenso nel momento in cui Brian pronuncia la parola “birthday” parte un coro che io suppongo sia un "Tanti auguri" in polacco (ma non ne sono particolarmente sicura!); comunque mi fido sulla parola e batto le mani molto entusiasmo. Brian ringrazia dando sfoggio di eloquio teatrale e definendo il coretto musicalmente molto dolce… Ecco, non è esattamente quello l’aggettivo che avrei usato, ma chi sono io per contraddirlo?



Menzione d’onore per il siparietto denominato oramai “simulacro della realtà”.  Io, devo essere sincera, sfidando la sorte qualche foto l’ho fatta. Sicché quando comincia a scrutare il pubblico e con espressione schifata pronuncia la parola smartphone tirando un pippone colossale sul fatto che dietro ai cellulari le persone vivono nel famoso “simulacrum of reality”, ecco in quel momento ho avvertito un brivido gelido lungo la schiena.  Invece per fortuna ce l’ha con una pretty gopro girl. Ora, ragazzi, lo sanno tutti che Mr. B. si è fatto impiantare un chip che rileva le gopro nel raggio d’azione di 2 km… O forse sarà semplicemente perché questi aggeggi hanno una lucina che lampeggia tipo mirino… Quindi per favore, a meno che non vi faccia piacere essere ripresi pubblicamente da Brian Molko (perversione che personalmente posso anche comprendere), non usatele, perché è matematico che vi becchi…



Un bel momento è stato anche “l’elogio della tristezza”: abbiamo scritto canzoni tristi, malinconiche. Ma la tristezza fa parte della vita e blablabla… Ora però è il momento di divertirsi: e parte FWIW… ‘scolta Brian, parliamone: a me questa canzone piace anche ma se mi chiedi se voglio divertirmi con te… ecco non è proprio la prima cosa che mi viene in mente!



Due parole sulle interpretazioni: WYIM è molto sentita e io mi accorgo improvvisamente  (ben oltre la metà dello show) che ci sono 8 maxischermi sospesi sopra al palco. Ora, già quelli retro palco mi parevano tanti, che vedere Molko ovunque vi assicuro che è una delle prime cause di scompenso cardiaco accertate, ma averlo anche sopra la testa è davvero TROPPO! A Brian scappano due lacrimucce ma non dimentichiamoci mai che è un attore… E infatti la commozione come è arrivata se ne va (che mica puoi piangere tutte le sere con la stessa enfasi eh). 
Tenta di venderci una chitarra prima di TMF entrando ancheggiando con più grazia della sottoscritta quando indossa i tacchi… EXIT WOUNDS stasera fa impressione: completamente distorta rispetto all’originale, con una rabbia e una sofferenza che non possono essere inventate (ho già detto che quando digrigna i denti fa paura, vero?). E niente, sono sempre più convinta che il piccoletto abbia recentemente preso una tranvata sentimentale con i fiocchi e i contro fiocchi… 

I KNOW si riconferma la nuova MEDS e ritorna in auge anche la famosa “teapot pose” che tanto ci piaceva nel LLL TOUR. In SLAVE la nostra Maggie viene di nuovo declassata dal rango di Motherfucker Bitch a semplice Witch. In STSG I don’t like you anymore diventa senza motivo un I don’t love you anymore (vedi teoria della tranvata di cui sopra…). 




Ma la stella della serata si rivela ancora una volta DEVIL: espressività livello Molko. Si arriccia, fa smorfie, suda come ci fossero 400 gradi (le gocce di sudore gli rotolano sulla camicia aperta scorrendo in rivoletti che… non ve lo sto nemmeno a dire) e, soprattutto, si produce in una POTENTE RAVANATA. Una roba che non ci si crede (è ufficialmente finita l’epoca del “non so esattamente cosa fare con questa cosa qui sotto…”), a due mani e a doppia mandata… E scusate se non ho nemmeno una foto ma è una cosa che bisogna godersi fino all’ultimo secondo. E sì, oggi vado a comprare un test di gravidanza…








Brian si rivela particolarmente atletico durante la serata, su PM si accuccia talmente tanto che se lo facessi io mi servirebbe l’argano per rimettermi in piedi. 



Si arrampica sulle casse per salutare saltando giù con l’agilità di uno stambecco di alta montagna.
Alla fine di TBE si butta a terra come un piccolo panda che rotola (sì, non è la posizione che gli viene meglio in effetti) e io sento distintamente un CRAC. In una frazione di secondo penso che si sia spaccato il cranio sulla pedana della batteria perché non si rialza più. Invece probabilmente è stato solo un piccolo attacco di sciatica e poco dopo, aggraziato come una principessa, si rialza senza nemmeno un pelo fuori posto.



E pensate a quanto è stoico e a quanto ci ama il nostro cantante: a forza di sculacciare chitarre e metterci tanta foga, si è pure fatto male al mignolo destro. Un’escoriazione per carità, ma si sa che queste cose portano conseguenze devastanti, come la gotta, la tisi, la broncopolmonite e, in ultima analisi, la cancrena! Mi raccomando, stasera doppia dose di Zigulì!
Sul palco piove di tutto: cartelloni per Stef, bamboline di stoffa con le fattezze di Brian (che paura!), fiori, biglietti con numeri di telefoni. Potrei privarmi di un capo di abbigliamento a caso ma ho il sospetto che non gradirebbe.

Qualche piccolo appunto: Stef, cambia stylist. Ora, lo scoiattolo orami fa parte della famiglia e gli vogliamo anche bene, ma queste magliette sbrindellate con pseudo bretelle di stoffa pendule NO. Smettila di comprare abiti alla LIDL. In saldo per giunta!
Brian, guarda io ti perdono tutto, ma questa cosa dello zompo sulla transenna deve finire. Per chi sta nelle prime file, è morte certa. Che, direte voi, è prevedibile. Be’ insomma, se uno sta in piedi all’estremità opposta della transenna non c’è veramente motivo che tu, stangona della rava e della fava, cerchi di farmi diventare un tutt’uno con la barriera. Oltre al fatto che hai sfracellato i tre quarti per tutto il concerto a me e a tutte le mie amiche. Per cui non voglio nemmeno sentire un lamento mentre ti pesto (con affetto da soulmate ovvio!) quel piedone che ti ritrovi (e se hai messo le ballerine sono affari tuoi, non senti che ci sono -700 gradi fuori, idiota!) o mentre lasci brandelli di pelle sotto le unghie della mia socia (è un incidente, chiaramente!). Ora, chiaramente la gente perde la testa, non sa valutare la distanza, non sa più fornire le proprie generalità, ma ragazzi… Se siete in ventesima fila, a meno che non sia tutti come l’Uomo Gomma o come Ginormica, non ce la fate a toccarlo. Per cui davvero, non cercate di avere cadaveri sulla coscienza, perché prima o poi qualcuno si fa male sul serio.

Io comunque HO TOCCATO BRIAN MOLKO.
DUE VOLTE! (cioè va detto, gli ho sfiorato due dita…)
Mica quando era a fare il predicatore sulla transenna eh. Però ha sfilato due volte avanti e indietro e lì è stato anche facile. Ora, non vedo l’ora di tornare in Italia per rilevare il DNA e farmi fare due guantini di lattice per conservare le sacre impronte.




Il post gig è da paura… soprattutto per il povero tassista che non vede l’ora di liberarsi di 4 sciroccate che berciano come galline senza sosta. Alla frase “Ho perso della carta moneta” vedo da Marty McFly farmi ciao ciao con la manina e oramai “simulacro della realtà” è un’espressione che usiamo in scioltezza come quando declamiamo la lista della spesa. Dopo aver analizzato ogni sospiro, ogni sbuffo, ogni piega della camicia, ogni protuberanza sospetta, ogni smorfia arriviamo alla conclusione che DESIGNERAMA 2004 non si batte (io non sono molto d’accordo ma mi adeguo), tuttavia siamo in dirittura di avvicinamento!

Stamattina scopro che il poveretto ieri sera si è rotto il pondolo del piede sinistro. Be’ mi spiace e spero che si riprenda presto. Ma vorrei far presente che io credo di aver lasciato in transenna due costole… Quindi direi che finisce in parità…

See you in Prague!

#besttocome

Per chi volesse vedere una piccola photogallery: https://it.pinterest.com/fbosetti/placebo-warsaw-29-oct-2016/




Commenti

Post più popolari