ZURIGO - 16 NOVEMBRE 2016
Piove su i
nostri volti silvani / piove su le nostre mani ignude / su i nostri vestimenti
leggieri / su i
freschi pensieri / che l'anima schiude novella / su la favola bella / che ieri
t'illuse, che oggi m'illude… (ovvero di quando continua la maledizione della
tribuna).
Ho imparato a
mie spese che bisogna sempre seguire i segni del destino. E soprattutto
imparare a interpretarli nel modo corretto.
Quando ho visto
un tizio salire sul treno che mi portava a Zurigo con la cravatta dei Placebo,
ho esultato di gioia, ancora rapita dall’estasi della sera prima. Quando lo
stesso tizio dopo un’ora aveva ingollato 5 birre di taglia maxi e barcollava
pesantemente, biascicando 36 Degrees, ecco lì avrei dovuto capire che qualcosa
non sarebbe andata nel verso giusto.
Arrivo e, innanzitutto, piove. E io la pioggia la detesto: mi si arricciano i capelli e mi
aumenta il malumore. Però rivedo i miei nipotini e ho già gli occhi a
cuoricino! Due ore passate con loro mi rimettono nella predisposizione giusta
per affrontare il mio primo concerto in terra svizzera. Ammetto che, dopo
l’exploit di Milano, le aspettative non sono proprio alle stelle perché, diciamoci
la verità, sarebbe più probabile vedere Molko vestito da Babbo Natale piuttosto che gli zurighesi battere l’entusiasmo italiano. Per fortuna mia
cognata, che è al suo primo concerto, è in fibrillazione anche per me.
ED ECCO CHE COSA
è REALMENTE SUCCESSO.
All’Hallenstadion
una maschera ci accompagna al nostro posto (e già lì sono perplessa visto che
la sera prima abbiamo girato come trottole mezz’ora prima di arrivare ai nostri
posti e per poi trovarli, addirittura, occupati): la visuale non è affatto male
ma intorno è la desolazione. Il deserto del Sahara è decisamente più affollato.
I nostri cominciano a suonare e io a JS sono già devastata dall’impazienza:
nessuno si alza, nessuno canta, pochissimi scuotono la testa, nessuno chatta ma
hanno tutti uno sguardo vacuo da automi. “E se co spostassimo in prima fila?
Vedi dove c’è quella tizia con la testa a pino marittimo? Dai tanto lì non c’è
nessuno, al massimo ci fanno spostare…” dico a mia cognata. E lei, che in fondo
lo spirito italiano non l’ha mai sepolto del tutto, mi asseconda. Raccattiamo
le nostre cosine e come due novelline della Banda Bassotti, quatte quatte
scendiamo verso quello che avrebbe dovuto essere il paradiso e invece…
Raggiungiamo la tizia, le passiamo bellamente davanti, "mi scusi, mi scusi”, le
dico sorrid…. SORRIDENDO UN CORNO! Mi si paralizza la faccia, divento verde,
penso di girare i tacchi e uscire dallo stadio correndo e stracciandomi le
vesti…
Mascherando tutto questo (molto male suppongo) mi siedo davanti alla
GIRLFRIEND DI MOLKO (o presunta tale).
In quell'esatto istante, la serata si trasforma in UN INCUBO.
Ora precisiamo un paio di cose:
- - non
voglio sindacare sulla vita privata altrui, lungi da me. Ognuno è libero di
fare quello che vuole e con chi vuole;
- - non
darò nessun giudizio estetico in questa sede per i motivi di cui sopra.
Ma quando sei
abituata a sgolarti su ogni canzone, dimenarti come una tarantolata, urlare di
tutto al tuo cantante (anche le “cosezozze”, sì, che suppongo siano
riconoscibili internazionalmente), fare foto imbarazzanti per te e per lui… Ecco,
quando questo è il tuo approccio allo show, la presenza di questa tizia
appollaiata sulla tua spalla come un avvoltoio, che ti scruta in modo non
proprio amichevole (avrà visto anche solo per un secondo la vena di follia nei
tuo sguardo, è certo!) e che, per giunta, sbadiglia vistosamente, come minimo ti
paralizza.
E così, siccome
in fondo sono una lady pure io, passo tutto il concerto immobile, cantando
sottovoce, cercando di nascondere il telefono (che a ogni messaggio in arrivo
si illumina mostrando una gigantografia di Molko) e scattando giusto qualche
foto molto istituzionale.
So che avrei
potuto tentare di instaurare un minimo di dialogo (anche se, insomma, non mi
pareva molto ben disposta) ma, in fondo, sono timida come un lemure topo. In
più soffro da sempre di ipersensibilità congenita, per cui la presenza della
tizia mi inibisce in un modo quasi sofferente. È come essere immersi in un
blocco di ghiaccio con un groppo in gola spaventoso. Per la prima volta durante un concerto mi alzo
e sto fuori per un po’ e, anche se la tentazione di andarmene è fortissima,
resisto fino alla fine perché mia cognata invece si sta divertendo moltissimo.
In sintesi, la
prima parte dello show è decisamente sottotono, un Molko ingrugnito come non si
vedeva da tempo. Con la fine della parte malinconica e le note di FWIW, il
tutto si rianima un po’ (tranne la sottoscritta), anche se si registrano le
seguenti uscite dal menu standard:
- nessuna ravanata (né a singola, né a
doppia, né tanto meno a tripla mandata)
- nessuna rotolata su TBE
- nessun ringraziamento a Bowie
- nessun teatrino su I Know
- nessuno zompo in transennna
Ora, il mix
GIRLFRIEND+SVIZZERA è decisamente letale, non solo per me, ma per lo show in
generale.
Sento di aver
scoperto la ricetta per superare la depressione post gig milanese: vai a Zurigo
e fatti un concerto vicino alla girlfriend (o presunta tale) del tuo cantante:
raggiungerai un livello di angst difficilmente superabile.
Che poi, chiaramente,
la colpa di tutto questo è mia: cosa diavolo mi è saltato in mente di
spostarmi? Potevo starmene buona buona al mio posto. E invece no…
Oggi mi è
capitata sotto gli occhi una frase di Søren
Kierkegaard:
“La maggior
parte degli uomini insegue il piacere con tale impetuosità da superarlo
frettolosamente”. Ecco, io avrei dovuto fermarmi a Milano. Ora ne ho la
certezza, ma come sempre, per capirlo ho dovuto sbatterci la testa. E pure
forte, se no non capivo mica bene…
Torno a casa in
uno stato davvero pietoso, uno schiacciasassi avrebbe fatto un lavoro meno
accurato. Per fortuna però, ho una cognata fantastica che alle due del mattino
mi rimpinza di pizzette calde e mandarini: anche la depressione si affronta
meglio con la pancia piena!
Concludendo:
MILANO NON SI
BATTE
LA TRIBUNA è IL
MALE!
#seeyouinboh?
Dicci lei com'è!! E vediamo di farla stare a casa a Dublino diosanto che non si sogni di venire a festeggiare il suo compleanno. Ecco.
RispondiEliminadicono ci sarà un’epidemia di influenza tra le presunte girlfriend dei cantanti bassi... dicono eh!
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