AMSTERDAM - 21 NOVEMBRE 2016
“I can’t go back to yesterday, because I was a different person then” (ovvero di quando, insieme alla transenna, riconquisti la retta via)
“I can’t go back to yesterday, because I was a different person then” (ovvero di quando, insieme alla transenna, riconquisti la retta via)
Ero partita con le migliori intenzioni, lo
giuro. “Arrivo ad Amsterdam, faccio un giretto per la città, mi procuro del
cibo e alle 21 mi metto a dormire. Così recupero le ventimila ore di sonno
perse in quest’ultimo mese (è passato davvero solo poco più di un mese? Com’è
che mi sembra di essere invecchiata di 10 anni? Ma come fanno questi
disgraziati a fare una vita del genere?) e non arrivo al concerto con le
occhiaie nere come se avessi preso cazzotti da Ivan Drago.”
E invece… Non riesco ancora a spigarmi il
motivo per cui continuo a pianificare cose che non riuscirò mai a fare! Faccio
un volo da Final Destination, accumulo un ritardo di 45 minuti, c’è un vento
che porta letteralmente via (se pesate meno di 55 chili, datemi retta, evitate
Amsterdam!) e, ciliegina sulla torta, mi perdo in aeroporto. Inspiegabilmente e
senza un vero perché, due comitive mi scambiano per l’esperta del traffico su
rotaia olandese e io, posseduta evidentemente dal sacro fuoco della
crocerossina, riesco a spedirli ovunque vogliano. Ma in tutto questo, non so
per quale recondito motivo non riesco a individuare che treno devo prendere IO.
Non ho la forza di insistere, prendo un taxi e mi faccio spennare. Ci sarà bene
anche qui come in Norvegia una tariffa un tanto al chilo no? No, non c’è…
Tralasciamo il rene lasciato al taxista che fa anche lo spiritoso dicendomi di
stare attenta che il vento non mi trascini nel fiume. Ehi, mr. Simpatia… lo sai
che stasera subirai la vendetta di Montezuma vero?
Sta di fatto che arrivo stremata, voglio solo
una doccia bollente e andare a dormire! Alle 20,30 sono rintanata sotto al
piumino e… mi addormento all’1 e mi sveglio alle 4! #benemanonbenissimo… Va be’, temporeggio ancora il tempo di far sorgere il sole e poi vado a mettermi in
coda almeno interagisco con altri esseri umani!
Non fa freddissimo in fondo (o forse gli
indumenti termici di Decathlon fanno davvero il loro dovere) e la giornata
passa… Certo se non si fosse rotto l’ascensore dell’albergo sarebbe stato meglio.
Anche una camera al primo piano e non al nono, eventualmente!
Con un tempismo da Oscar, ci mettono in
transenna esattamente quando comincia a piovere. Non a piovigginare, A PIOVERE.
La profezia del giorno: “Moriremo tutti!” mi sembra sempre più vicina ad
avverarsi… Dopo aver fatto conti che manco al CERN per cercare di restare tutti
in prima fila, dopo aver scatenato un affare di stato nel tentativo di
introdurre allo Ziggo un pericolosissimo succo di frutta, entriamo. Benché
abbiano detto in settordici lingue di non correre, nella hall sembra che ci
siano gli allenamenti per battere Usain Bolt. Alla fine, in modi piuttosto
rocamboleschi, si arriva, ci si sistema e si ricomincia a respirare. Io riesco
addirittura a controllare le correzioni su un pdf di Frozen: lavorare in
transenna non mi era davvero mai capitato!
Aprono i soliti “The Joy Qualcosa”… Che non li
ami non è un segreto, che avrei voluto i Mirror Trap per tutto il tour lo sanno
anche i sassi, che preferirei di gran lunga (e sarebbe ben più utile) un altro
Gong Bath (aprire una petizione su change.org, per favore) è innegabile… Che
poi la cantante è anche carina, ma siccome il palco è altissimo e lei indossa
un abitino molto corto, vedo tutte le sue grazie. E ne avrei fatto volentieri a
meno… Dopo una serie inspiegabile di fucking a qualsiasi cosa, la cui attinenza
con gioia, pace e amore fraterno al momento mi sfugge, finalmente se ne vanno.
Entrano i nostri: Stef è in butterflies mood, che bello che è! Non l’avevo ancora
visto ed è elegantissimo, peccato che lo scoiattolo stia crescendo in maniera
preoccupante e temo che presto prenderà il sopravvento sul suo cranio. Ma io
dico, sei così alto, bello e prestante. Levati quell’affare dalla testa: ti
mortifica e per giunta tutta la lacca impiegata per immobilizzarlo farà un buco
nell’ozono che ci ucciderà tutti. Allora ditelo che predicate la salvaguardia
del pianeta, ma della stratosfera
terrestre non ve ne frega una ceppa!
Per Brian invece si registra un piacevole
ritorno alla white t-shirt era…
Certo non è nuovissima, certo gli sta larga e lunga, ma è scollatissima e
questo ci fa chiudere un occhio sulla vestibilità e sulla vecchiaia
dell’indumento.
Ogni tanto mi
cade l’occhio anche sull’uomo che sta evidentemente perdendo il controllo del
suo corpo: faccio un appello a chi gli è vicino, Nick è un bel figliolo, fate qualcosa per ridargli sembianze umane
per favore!
I fotografi sono altissimi (alcuni anche
particolarmente bellocci), il palco è altissimo, le casse sono altissime, la
tizia che mi si è incollata addosso è altissima: insomma qui le uniche cose bassissime siamo io e il mio cantante! E la cosa
comincia a farsi fastidiosa, soprattutto quando i fotografi suddetti ti si
piazzano davanti… Ma tanto restano solo per due canzoni. E per altro visti i
risultati alcuni potevano anche non presentarsi, dal momento che nelle foto
rilasciate hanno usato talmente tanti filtri che Brian appare truccato come un’anziana mignotta della Valassina.
Brian sfoggia
dietro di sé tre bottiglie di acqua, una bottiglia di integratore blu, un
bicchierone non meglio identificato. Stef ha due acque e una Coca Cola, gli
altri pure hanno almeno due scorte di acqua. Da noi non passa nessuno nemmeno a
vendere uno shottino di minerale. E
non è bello per niente…
La scaletta non cambia, quindi passiamo
oltre.
PM è perfetta ma LLL raggiunge nuovi livelli di erotismo da
quando il mio cantante ha deciso che limonare
duro con il microfono (e con evidente soddisfazione) diventerà disciplina
olimpica.
Su JS parte una sputazzata micidiale. Cosa
volete farci, ci sono i fortunati che sono stati inondati dal succo di mirtillo
di Halloween e poi ci sono io che mi becco uno sputo sul fucking di JS. Ognuno
ha quel che si merita, in fondo…
Brian ride
parecchio stasera nonostante mi pare ci siano un po’ di problemi tecnici. Il
pubblico, confesso, me lo aspettavo diverso. Forse più casinista, sarà perché
Amsterdam era la città della trasgressione negli anni della mia adolescenza.
Invece sono tutti molto tranquilli e composti e seguono con interesse la LEZIONE DI GEOGRAFIA DI BRIAN MOLKO
che, con perizia ci tiene a farci sapere che conosce i nomi degli stati europei
e non, elencando i paesi di provenienza di una parte dei fan della prima fila,
definendoli, in modo ironico e sarcastico (voglio crederlo!) repeat offenders.
Per fortuna alla compagine italiana, piuttosto consistente per altro, non
arriva!
Questione SPECIAL NEEDS: per un rarissimo fenomeno di dislirismo, Molko inverte le parole dell'attacco, spiazzando completamente i più. Quella che di solito è una delle più cantante si trasforma in un mugugno di pubblico che cerca di star dietro a un cantante che non sa nemmeno lui bene che pesci pigliare. Ma siccome vederlo sbagliare è uno spettacolo nello spettacolo (butta le sopracciglia al cielo come quando una massaia brucia l'arrosto), lo si perdona in un secondo netto... e per chi volesse vedere questa sublime performance ecco il link: https://www.youtube.com/watch?v=2iB4nX9SKR8
Su 20 YEARS il mio cantante offre prove
atletiche mimando mosse da boxeur consumato, come fosse un Rocky in miniatura e
io mi sento pervadere dall’orgoglio per quel piccoletto che alla 23esima data
ha ancora tutta questa energia, ha ancora voglia di dare quello che sa fare al
meglio che può. È il suo lavoro, direte voi. Certo, e lui lo fa egregiamente.
Ma se l’anno scorso ho visto un professionista, ora vedo un professionista con
il cuore, che magari ripete sempre le stesse cose ma ogni volta ci crede
davvero.
A proposito
del ripetere le stesse cose, poteva
mancare il pippone sulla telefonia? Giammai, anzi ci resterei male se
succedesse il contrario. Tanto, Brian io te lo dico e che resti fra noi, non gliene frega niente a nessuno… I
concerti sono stati ripresi tutti e sono tutti su YouTube, rassegnati. Ma non
preoccuparti che se mai uscirà un DVD di questo tuor, impegneremo ugualmente
degli organi per comprarlo!
Su I KNOW parte un teatrino brevissimo e
la ravanata su DEVIL è sostituita da
un potente impasto dell’aria, che non è esattamente la stessa cosa, ma ci
accontentiamo perché in fondo, vedere il tuo cantante nelle vesti di vigile
urbano che indica le rotatorie è sempre un piacere.
Questione EXIT
WOUNDS: insomma, ognuno è libero di vederla come gli pare, a me però sembra
tanto che sia un pretesto per lasciar uscire tutti i suoi veri sentimenti per
gli astanti. E anche quando hai perso la via, anche quando sei stanca, anche
quando hai preso pioggia e vento per ore e ti ripeti “MAI PIÙ”, anche quando ti
ricordi che ormai il tuo gatto stenta a riconoscerti e chiede asilo ai vicini,
ecco è quello il momento esatto in cui il tuo cantante ti rammenta esattamente che
cosa prova per te. Per non farti dimenticare mai che #brianmolkotidisprezza. Ma come lui, nessuno mai!
Su WYIN
il pubblico si da parecchio da fare ed esplode in un applauso infinito. Brian
non piange (grazie a Dio) ma mi pare genuinamente commosso. Bravo, meglio un
sorriso triste ma vero, che due lacrime spremute e finte.
Su PROTECT
ME Brian si traveste da steward che dà indicazioni su come raggiungere le
uscite di sicurezza e i bagni. È adorabile, io lo so che la canzone è
struggente e l’interpretazione drammatica, ma io lo immagino vestito da hostess
e non posso fare altro che ridere come un’idiota.
Riso che mi ingoio all’istante quando sospira l’ultimo “Protect me”, degno preludio della doppietta delle due canzoni a inseminazione istantanea. No perché sulla fine di 36 DEGREES io ho un mancamento vero. E per fortuna la mia compagna di transenna mi ha tenuta (“Sei già incinta?” “Ovvio!”) se no mi accasciavo lì, senza nessun motivo apparente. LOTF è bellissima, io non ho parole per definirla. E lui è un attore nato, penso che presto me lo troverò tra i protagonisti di GOT (o di TBBT, mi piacerebbe un sacco. No, I Soprano, no grazie). Un secondo sembra pronto a servirti tè e biscotti per farsi perdonare e l’attimo dopo potrebbe azzannarti alla gola. In caso io scelgo la seconda, grazie di nuovo.
Riso che mi ingoio all’istante quando sospira l’ultimo “Protect me”, degno preludio della doppietta delle due canzoni a inseminazione istantanea. No perché sulla fine di 36 DEGREES io ho un mancamento vero. E per fortuna la mia compagna di transenna mi ha tenuta (“Sei già incinta?” “Ovvio!”) se no mi accasciavo lì, senza nessun motivo apparente. LOTF è bellissima, io non ho parole per definirla. E lui è un attore nato, penso che presto me lo troverò tra i protagonisti di GOT (o di TBBT, mi piacerebbe un sacco. No, I Soprano, no grazie). Un secondo sembra pronto a servirti tè e biscotti per farsi perdonare e l’attimo dopo potrebbe azzannarti alla gola. In caso io scelgo la seconda, grazie di nuovo.
Finisce la parte malinconica (come ci viene
prontamente ricordato dal nostro cantante) e finalmente si salta e si balla,
dietro di me forse anche un po’ troppo ma insomma, un po’ di pogo su due
canzoni è più che tollerabile.
Esce dalla scaletta anche la rotolata su TBE: ma tanto il palco è talmente alto che forse gli avrei visto le
punte delle scarpe. Quindi va bene così, attacco di sciatica scampato per
stasera!
“Torneremo qui e tornerete anche voi”: Brian,
l’hai detto ovunque e sappi che è crudele alimentare false speranze nelle
persone! E tanto io a Zurigo non ci torno lo stesso, ecco!
Su RUTH
Brian volge come sempre gli occhi al cielo (pare superfluo ricordare che siamo
in uno spazio chiuso, vero?) a invocare un patto con Dio. Be’ io non lo so con
chi, ma tu ragazzino, un patto con qualcuno lo devi aver fatto davvero.
E poi finisce tutto in un secondo, niente bagno
di folla, niente passeggiata in transenna, ma tanta energia e tanta emozione.
Sono ufficialmente rinnamorata.
A tal proposito, facendo un excursus in ambito
di look, vorrei sottolineare che il mio cantante è un uomo dalla felicità e
dall’entusiasmo prolungati e incontenibili. E, per quanto io trovi orribili
questi pantalonacci con le cerniere, riconosco loro il merito di non celare in
alcun modo tutta questa felicità e questo entusiasmo. Per tanto è perfettamente
inutile continuare a tirare giù questa benedetta maglietta, piuttosto che si
lasci alla natura la libertà che merita!
Per quanto riguarda il pigiamone con le
farfalle di Alexander McQueen indossato dal mio bassista, al di là del fatto
che credo che nessuno potrebbe portare con maggiore classe un capo del genere
che mi sembra comunque un enorme passo avanti rispetto alle orribili magliette
con finte bretelle pendule della Lidl, vorrei sottolineare che c’è un
farfallone proprio in un punto, come dire, “strategico”… Che anche non volendo,
una volta che te ne accorgi, l’occhio sempre lì cade. E mi pare anche un
approccio generoso e corretto: bravo Stef!
Ora, si potrebbe anche pensare che io abbia un
approccio lievemente ninfomaniacale. Ma non è così, sono semplicemente una
donna attenta ai particolari e convinta che, se una cosa è pregevole, non ha
senso coprirla!
Per finire, vorrei rivolgere un appello sentito
a tutti i partecipanti ai concerti (transenna, tribuna, parterre non c’è
differenza): ragazzi, LAVATEVI! Già lo spazio è poco, già fa caldo, già devo
dividere l’aria con sconosciuti potenzialmente portatori di germi: anche la
puzza no, non è tollerabile. E io posso anche portarmi chewing gum per un esercito
e spruzzare Hermès ovunque, ma un po’ di collaborazione, santo cielo! Vi
assicuro che fare un doccia non aggraverà la situazione idrica del pianeta e
che non bisogna prendere proprio così alla lettera tutto quello che dice Molko,
ve lo assicuro. In più sono certa che anche lui apprezzerebbe l’idea di avere
dei fan ecologisti ma anche igienicamente accettabili. Infine: LA PUZZA NON è
ROCK, CAZZO!
Per finire davvero, siccome sono sempre
convinta che la mia vita sia una sorta di ring composition, come ho avuto un
volo di andata da incubo, non potevo che avere il giusto corrispettivo anche al
ritorno. In fase di atterraggio un ragazzo, zaino in spalla, si lancia verso le
porte anteriori. Gli steward gli urlano di fermarsi e lui si inginocchia,
indovinate dove? Di fianco al mio sedile, ovvio. Sono sincera, ho pensato
“stavolta è fatta, ciao…”. Un terrore così, nemmeno nella peggiore delle
turbolenze. Pochi minuti, ma a cuore fermo e senza respirare. Nel frattempo lo
convincono a sedersi in prima fila ma è chiaramente fuori di sé, tanto che
appena aprono la porta, si lancia giù dalla scaletta e fugge chissà dove… Il
debito emotivo che sto accumulando in questo tour comincia a farsi davvero
consistente, probabilmente alla fine avrò bisogno di una vera vacanza!
Qui trovate la solita gallery: https://it.pinterest.com/fbosetti/placebo-amsterdam-21-november-2016/
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