Edimburgo - 7 ottobre


Io te sciopero ra’ capa o pere.
Chi t’è fatt male, te pozza fa’ bbene.
Uocchie, contruocchie, mittincille a’ l’uocchio.
Schiatta riavolo e crepa l’uocchio…
[formula napoletana contro il malocchio]

(ovvero di quando ti sforzi in tutti i modi di non credere al malocchio ma, dopo biglietti persi, biglietti mai spediti, concerti annullati, certezze nell’eticket crollate miseramente, vieni abbandonata anche dal biglietto del treno e allora qualche domanda, seriamente cominci a fartela)



[EDIT. Questo post era già stato scritto. Soprattutto era stato scritto decisamente meglio. Peccato che sia rimasto sull’iPad. Peccato soprattutto che l’iPad sia rimasto sull’aereo. Mi sembrava giusto ricordare adeguatamente quando un anno fa dimenticai il passaporto sempre su un aereo. Happy Placebo Tour!!!)

Il fatto che questo tour non fosse nato esattamente sotto una buona stella mi era parso piuttosto evidente già quest’estate quando ho perso l’uso di un arto nella ridente cittadina di Colmar, ma che fosse un tale concentrato di sfighe, va dannatamente oltre tutte le aspettative!
A poche ore dalla prima data la situazione biglietti è la seguente:

Edimburgo: biglietti non pervenuti. Dopo aver pagato il corriere, dopo aver intasato la casella mail di Ticketmaster, dopo aver tentato la via telefonica bypassando anche la più crudele delle segreterie telefoniche, dopo aver scartavetrato pesantemente gli attributi di tutti i dipendenti del box office della Usher Hall, dei nostri biglietti non ci sono tracce. Il malcapitato Parvin, che ora naturalmente giace sul fondo dell’Oceano chiuso in una cassa a prova di Hudini, decide per altro di assentarsi proditoriamente dal lavoro per ben 4 giorni e al suo rientro non ci prova nemmeno a spedire i biglietti nonostante potessimo fornire decine di indirizzi alternativi compreso quello del bagno di Nando’s che si trova all’angolo della venue e, votandosi così a morte certa, imposta l’ordine sul “collect to the box office”. Preferirei andare al Luna Park con una copia di It piuttosto che non sapere a che ora, come e perché devo ritirare dei biglietti. A mezzogiorno ci comunicano che Ticketmaster ha consegnato! Cioè, ha consegnato tutto tranne i biglietti acquistati in prevendita. La logica perversa di questi cialtroni francamente mi sfugge, ma le mie coronarie sono intasate dall’ansia peggio che se avessi ingoiato un panetto di burro da 1 kg. 

Doncaster: biglietti persi. PERSI. Semplicemente persi. “Sì, li abbiamo spediti, aspetti che le comunico il numero di track. Un attimo… Un attimo ancora… Ancora solo un attimo… Ops, mi sa che abbiamo perso la busta…” Ops? OPS? OPS COSA??? Ma io ti prendo a calci nel sedere fino a Doncaster e ritorno, senza passare dal via! “Abbiamo però una comoda soluzione. Chiedete il rimborso e ricomprateli!” Ah be’, in effetti non so come ho fatto a non pensare a questo geniale escamotage… Ma chi sono in fondo io per mettermi contro i distributori del male inglesi: faccio come mi dicono e bevo una bottiglia di acqua santa.

Blackpool: la mia location dei sogni. Una sala da ballo, di quelle serie. Talmente seria che ci fanno i campionati mondiali di ballo da sala. Una venue che mi ha subito rubato il cuore. Sicché… Prendo i treni? OK! Prendo una camera più vicina alla venue? OK! Bisogna pagarla subito, ma tanto cosa vuoi che succeda ormai. Vado? OK! Mi cancellano il concerto un'ora dopo aver pagato? OK! Dicono ci fosse pericolo di crollo del soffitto… (#credici) e così… Nuova venue, nuova città: Manchester! A voler vedere il buono in tutto penso che siano stati molto carini a scegliere Manchester e non, per esempio, Thorpeness nella contea di Sperdutilandia. In meno di 20 minuti cancelliamo stanze, sprenotiamo treni, rischeduliamo alberghi e siamo pronti ad affrontare l’ostacolo più arduo: l’acquisto del biglietto. Ah ma stavolta la presale non mi frega eh! Stavolta solo eticket. Ok, mettono l’eticket in presale. Oh, ragazzi è un eticket, cosa mai potrà succedere? Per esempio può succedere che non riescano a spedirti il PDF del biglietto, né sul loro sito, né via email, né affidandolo a Errol, il gufo anziano della famiglia Weasley. Dopo tre email, tre telefonate (di cui una alla modica cifra di 10 euro), la soluzione è una sola: DENUNZIAQUERELA per Ticketmaster e acquisto del biglietto da un altro rivenditore.

E come da nuovo format del blog (state sereni, novità interessanti bollono nel calderone della fattucchiera qui presente!), di seguito alcune brevi notizie dalla prima data dello “Sphiga Tour Placebo 2017”


“Reminds me of the summertime
On this fateful day

….

Reminds me that its killing time
On this winters day”

Ora, confondere le parole è perfettamente normale. Soprattutto quando si tratta di una canzone piuttosto recente e raramente suonata live. Una bella ventata di novità insomma, alla faccia di chi sostiene che i Placebo sono talmente passati di moda che anche le primule appassirebbero ai loro concerti! Ora, a parte gli scherzi e tralasciando il fatto che cantare Bitter End dovrebbe essere più o meno semplice come ripetere la tabellina del 2, mi resta un dubbio feroce: è un tentativo elegante di rinnovare le scalette invertendo semplicemente due versi o una sorta di promo per il DeambulaTour 2019?



Siamo in ottobre, in Scozia, fa un freddo porco e c’è un’umidità tale che il rischio di trasformarsi in una muffa è reale. Eppure il mio cantante, con spirito impavido e sfidando le avversità metereologiche, indossa lo stesso outfit che aveva a Barolo con 39 gradi: la camicia estiva da controllore ATM. Ma anche qui c’è una sferzata di novità: un bottone aperto in più la cui funzione appare molto chiara e apprezzata quando, credetemi, Brian comincia a sudare come un Calippo al limone in pieno agosto.
Il trucco è come sempre da galera, nel senso che tutti ci chiediamo come mai questa sedicente MUA sia ancora a piede libero e per quale diavolo di motivo, tra tutti quelli disponibili, sia stato scelto il look “baldaracca anziana”.

Tra un’illusione di ravanata su Devil e una grattata al braccio su 36 Degrees (a dire il vero molto poco sensuale ma si sa che l’orticaria da fan è come il Natale: quando arriva, arriva), tra una pioggia di plettri e sudore e una mossa ninja da podio olimpico (e conseguenti maledizioni al rivestimento in adamantio del cavallo dei pantaloni), tra un “Greatest Fuck I Ever Had”, preludio di un orgasmo multiplo su Nancy Boy, e un Molko sorridente e soddisfatto che inspiegabilmente dispensa “I LOVE YOU” come fossero caramelle, resto lì con un palmo di naso a chiedermi solo una cosa:

CHE DIAVOLO DI FINE HA FATTO LA MIA LAZARUS?

(ho capito che non vogliamo dare troppa confidenza alla nuova turnista co.co.pro., ho capito che le ginocchia non reggono più come prima e quindi l’inchino sulla pedana può risultare fatale, però dai, uno sforzo piccino piccino lo puoi fare? Eh, Brian, eh? Al limite, se proprio non vuoi fare Lazarus, puoi introdurre lo sculettamento su un’altra canzone a caso? Grazie per la collaborazione! )


 To be continued…

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