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HELSINKI - 20 OTTOBRE 2016 (da remoto)
Per chi volesse godere dell’esibizione in bathrobe: https://www.youtube.com/watch?v=suWGl_W0nGc&feature=youtu.be
HELSINKI - 20 OTTOBRE 2016 (da remoto)
Il mio cantante è differente.
Il mio cantante si esibisce in accappatoio.
Perché il freddo è come il Natale: quando arriva, arriva.
Chi di noi, poveri freelance (ammesso che fare la rock star
possa essere considerata libera professione…), non ha mai sperimentato le
lunghe ore al gelo trangugiando bevande bollenti e vagando per il luogo di
lavoro (casa o palco fa poca differenza) sfoggiando gli outfit più impensabili.
Non è raro trovarci con strati di pantaloni, maglioni fatti dalla mamma 20 anni
fa in acrilico non ignifugo, calzettoni con le orecchie pendule e avvolti in un
pratico pile Ikea. Quindi chi sono io per giudicare?
E poi, la comfort zone prima di tutto, vero Mr. Molko?
Già lo sento che borbotta: “E poi scusate, voi siete tutti
teenager ma io, ragazzi, comincio ad avere una certa… E quello spifferino
gelido che dal retro palco puntava dritto ai sacri lombi avrebbe certamente
peggiorato la mia situazione clinica già piuttosto complessa: sapete, con la
cancrena non si scherza. Al piede poi, signori miei, non sapete quanti impacchi
di aloe!”
Brian, ascolta una scema, se vuoi trollarci, fallo pure. Ci
mancherebbe, siamo abituati e ti amiamo anche per questo. Ma ecco, la cancrena
fa un po’ schifo. Un bell’attacco di tisi di bohèmiana memoria è ugualmente
mortale, ma fa più romantico. Poi
tranquillo, una Ricola al rabarbaro e passa la paura. (Confesso di aver fatto una ricerca sui morti
per cancrena a un piede e ci sono nomi quali: Luigi XIV, Goffredo Mameli e Jack
Daniel. Sì, quello del whisky…)
Dopo aver tenuto una performance audace nonostante
l’abbigliamento, bardato come un novello signore dei Sith, il mio cantante scende
dal palco e si arrampica sulla transenna con una grazia che ricorda Nino
Castelnuovo nella pubblicità dell’Olio Cuore…
Strige mani, si lascia toccare. SONO SENZA PAROLE!
Tutto questo è decisamente TROPPO! Ma dov’è finito il
flanellone dell’anno scorso? L’uomo che era ancorato al microfono come una
statua di sale, che fine a fatto? Ipotizzo un effetto Sansone-inverso: lo
scazzo cosmico era nei capelli. Eliminato il problema, ora abbiamo a che fare
con un frontman che, con due mosse di anca, quattro parole in lingue assurde e
una sventagliata di polso molle (al confronto i reali inglesi sono dei semplici
paesanotti), ha scacciato tutti gli incubi popolati dalla versione mignon di
Renato Zero.
Brian, anche meno va bene lo stesso, te lo assicuro. Che poi
ti fai male se cadi dalla transenna con quelle suole lisce lisce. Ruzzoli giù,
ti rompi una gamba, tour finito, cancrena al piede e si ricomincia! No eh!
Solo un breve appunto: l’accappatoio sopra i vestiti è un
po’ volgar-plebeo. La prossima volta (a Varsavia magari!), per cortesia, solo
un paio di babbucce in morbido cachemire e due gocce di Loulou di Cacharel. Grazie.
#besttocome
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