Stoccolma - 18 ottobre 2016
LO SHOW CHE TUTTI DOVREBBERO VEDERE UNA VOLTA NELLA VITA (ovvero, contro il logorìo della vita moderna, fatti un Placebo gig!)



Tralasciamo il fatto che a Stoccolma sei arrivata in tarda serata e non hai visto nulla
Tralasciamo il fatto che a cena con una delle tue socie hai trangugiato aringhe (che buone, per carità, ma giusto un tantinello procacciatrici di Maalox) e patate come se stessi per affrontare una traversata transoceanica senza viveri. 
Tralasciamo il fatto che in albergo scopri che la crew alloggia lì (ma dai? Che strano!) e il receptionist belloccio è un quasi fan. Capisci poco e niente ma, alla frase che contiene le parole (naturalmente in ordine sparso) "Brian Molko" "your room Number", gli molli il numero della tua stanza senza batter ciglio. Poi ti assale l'orrido sospetto: non l'avrà chiesto per sé vero? O peggio ancora, per Brandon? O.O
Tralasciamo il fatto che a colazione con le altre sciroccate spazzoli allegramente mezzo buffet (sotto lo sguardo di compatimento del suddetto Brandon... Bellino, vorrei ricordarti che ti pago una parte sostanziale di stipendio. Così, tanto per...).
Tralasciamo il fatto che la pantagruelica  colazione ti si pianta sullo stomaco nel momento in cui scopri che ci sono già 9 persone in fila davanti a te di cui 4 ragazzine svedesi seminude, mentre tu sei intabarrata in 3 felpe, 1 maglia termica, calzamaglia di lana antistupro, pantaloni, berretto, sciarpa, guanti e piumino. La pelle di foca no, solo perché sei animalista.

Dicevo, tralasciamo tutto questo e concentriamoci sulla meta: vedere il concerto da una posizione decente che ti permetta di valutare lo stato di salute del tuo cantante. Se poi sarai tanto vicina da vedergli le tonsille, tanto meglio. 
Parte una sorta di monologo interiore di autosostegno: in fondo la seconda fila non è poi così male. Certo l'importante è non stare dietro al fratello esagitato di Bergelmir (gigante della mitologia greca, figlio di Trudgelmer, sovrano sicuramente di Aarhus!), o alla cubista in trasferta o alla fan in versione armadio 4 stagioni. 
Mi piazzo dietro la mia transennista piccina e dolcina e va benissimo così. Anzi meglio, che sostenere lo sguardo molkiano per più di 2 ore va ben oltre le mie capacità. 
In effetti poi, se le ragazzine sono arrivate prima, è giusto così! È il loro primo concerto: che se lo godano per bene! (In realtà c'è molta meno atmosfera zen e vorresti che venissero inghiottite dalle viscere della terra ma sei, teoricamente, una persona adulta e devi far finta di essere più matura di loro.)
La cosa bella è che ci fanno accedere alla venue uno per uno, in fila come alle elementari e con tutta la calma possibile.
Entri e, ops, le ragazzine si sono messe al centro (cioè se non ti sei nemmeno preparata guardando un video a caso degli ultimi 20 anni e non sai che devi stare a sinistra se vuoi vedere il piccoletto, non sarò certo io a illuminarti. À la guerre comme à la guerre). Ops, ci sono proprio tre posticini piccini picciò davanti al lato B. Ops, che culo! 

Finalmente ti rilassi e ti godi i Mirror Trap che sono sempre strabravi. Anche se vorresti tanto sapere perché Gary, che è un così bel figliolo, mi indossa sempre 'ste scarpe da impiegato di banca. L'atmosfera è molto rilassata tranne per i tre ragazzi dietro di te che sono alle prese con i movimenti inconsulti della cubista (sempre lei, sì). All'espressione "San Crispino, ora questa la rendo morta" capisci che sono tuoi conterranei e scatta la solidarietà dell'italiano all'estero. Ragazzi di Palermo, dubito che mi leggiate, ma io sono quella che vi ha passato una nota per avvisarvi che la tizia capisce la nostra lingua e non sarebbe mai stata ferma! Vi ho nel cuore, sappiatelo! 
Insomma va tutto secondo le aspettative, quindi non sei per nulla preparata a quello che sta per succedere. 
Stef "Conte Vlad" Olsdal torna in terra natìa e ti resuscita una band che, per quanto stesse migliorando di giorno in giorno, sembrava ancora avesse ingoiato dei manici di scopa. Soprattutto il mini frontman. 
Pure Morning e LLL cominciano a far intravedere barlumi di sorrisi inaspettati. 
Jesus' Son, tanto schifata da tutti, è una roba da paura: tutti cantano a squarciagola e Brian è visibilmente felice. E da lì, una climax ascendente in piena regola. Stef parla, giustamente, in svedese. Il pubblico impazzisce. Tu non capisci una ceppa ma per solidarietà ti spelli le mani a forza di batterle. Brian sgrana gli occhioni (!!!!) e comincia a contare in quella lingua aliena. È il delirio. Rendiamoci conto: stai uccidendo neuroni per un tizio che conta da 1 a 10 su un palco. Nemmeno stesse proclamando un trattato sulla difesa della renna albina. Sta. solo. contando. VACCARANA! 


Lazarus è speciale e lui si arriccia più che mai su “It’s horrid to see you again”, e poi ci tiene tanto a presentarci la sua chitarra azzurra made in Sweden e tu urli come se l’avessi forgiata con le tue stesse manine. È il momento di TMF e con la tua compagna di transenna, per inspiegabili motivi, insceni un ballettino sciocco e inutile per poi accorgerti che il tuo cantante ti guarda ridendo come un cretino. Ecco, per farlo divertire è inutile dimenarsi come una biscia mostrando brandelli di carne. È sufficiente rendersi ridicoli al pari dei giullari di corte. Molko saluta la chitarra azzurra che se ne va con la tipica espressione da paperotto. E tu perdi definitivamente l’ultimo mezzo neurone che avevi. Avete presente quando sentite di avere un’espressione rapita ma nel contempo profonda e intelligente? ECCO, IO NO.
In ordine sparso: I know è la nuova Meds. Ricordate il famoso teatrino alla fine di Meds quando tutti urlano, battono le mani e i piedi e lui incita a farlo ancora e ancora e ancora? Ecco. Uguale. Prima dell’ultimo I know, prendete nota.
Su Devil in the Details parte un’impastata dell’aria che non si vedeva così poderosa dai tempi di Edimburgo 2015.
Su Exit Wounds il mio telefono e Mr. Molko si sincronizzano e da lì in poi entrano in modalità Sexonstage. Il prossimo passo è proporre 10 minuti in transenna come cura per la fertilità (petizione su change.org avviata!). Alcuni dei risultati sono i seguenti:








Su WYIN c’è un problema tecnico con un cavo. E per la prima volta nella storia Brian non si incazza, ridacchia, ringrazia i tecnici, saluta tutti, tira fuori ancora qualche parola in svedese. Il problema è un po’ complesso per cui chiede scusa, dice che ne approfitta per fare pipì ma rassicura che tornerà (eh già, perché l’ultima volta che ha detto che aveva bisogno di una pausa non l’abbiamo più visto. Quella serata disgraziata sembra lontano anni luce ormai.)
Il pubblico è molto caloroso e coinvolto (i ragazzi italiani dietro di me direbbero “pure troppo!”) e le grida di incitamento si trasformano presto in complimenti audaci quali: “Bravi ragazzi! Siete proprio bravi! Bravi e onesti! Ecco, soprattutto onesti!” E questo è il risultato di avere una transenna over 35!
Una Lady of the Flowers sempre molto coinvolta, talmente tanto che a un certo punto sembra davvero incazzato e tu hai la sensazione che litigare con un tipo del genere sia davvero un’esperienza così devastante che piuttosto ti faresti calare nel piombo fuso.
L’'All Right' di Special K dà il colpo di grazia anche all’ultimo ormone che raggiunge neurone nel cimitero delle donazioni pro Brian (dove si comincia a stare strettini…) e l’entusiasmo è palpabile. Disgraziatamente, solo l’entusiasmo.
The Bitter End è un tripudio di parole storpiate in molkese stretto (Killing taima su tutte!) e alla fine, mentre Brian urla un thank youuuuuuuuuuu che sembra non finire mai, Stef cerca di riprodurre dei crop circles trascinando il basso multicolor sul palco.
Infrared ci regala una serie di salti con chitarra al collo che se lo facessi tu, prima ti spalmeresti a faccia in giù e poi ti sotterreresti per la vergogna.

Insomma, Brian sta bene.
Brian. Sta. Bene
BRIAN STA BENE.



Spero che tutti quelli che hanno sparato cattiverie e ingiurie rosichino molto molto a lungo. La speranza che acquistino un minimo di saggezza e dignità non l’ho nemmeno mai presa in considerazione.
Questo, signori, è uno show che tutti avrebbero dovuto vedere perché di un Molko così al top, così loquace, così rilassato, così sorridente io personalmente non avevo memoria.

Ciliegina sulla torta? Stef esce anche a firmare gli autografi e a fare foto. Ora, si può volere di più? Francamente non credo.

P.S.: Purtroppo c’è da osservare un minuto di silenzio per lo scoiattolo di Stef: il poverino non ce l’ha fatta. L’ennesima spruzzata di lacca gli è stata fatale. Ma Stef, che gli era molto affezionato, l’ha fatto impagliare e l’ha ricollocato al suo posto. Ecco perché il ciuffo squirrel style pare più immobile del solito.



P.S.2: attenzione, i Placebo Gig danno assuefazione. Sono stata a tanto così dal comprare Helsinki. No, non la data. La città proprio.

P.S.3: atterrata in Italia, al ritiro bagagli vengo avvicinata dall’omino delle statistiche. Un signore over 60 che mi vuole fare domande sulle spese di viaggio per conto della Banca d’Italia. Non credo di essere il soggetto adatto visto che mantengo una Onlus-Band, ma tentiamo.
Quanti stati ha visitato in questo viaggio? 3
In quanto tempo? 1 settimana (perplesso…)
Quanti mezzi di trasporto? 5 aerei, 1 autobus, 5 taxi, 3 treni. No, la bici no.
Souvenir? No
Acquisti vari? No
Viaggio di lavoro o piacere? Piacere
E niente souvenir? Ehm… no!
Viaggio culturale? Sì, certo.
Ah mostre? Sì, 1
Musei? Sì, 1
In una settimana? Be’ sì
Senta scusi, ma cos’è andata a fare in Scandinavia una settimana? Eh, a vedere dei concerti. Rock. Ha presente?
Ah interessante! E di chi? Mah sa non sono poi così conosciuti…
Proviamo, su! I Placebo. (E mentre lo dici, diventi rossa come un peperone, non si sa perché!)
Ah! BRIAN MOLKO! Li ho visti ad Amsterdam nel 2013.
E come sempre, la prima tornata di tour finisce a tarallucci e vino. Anzi a caffè e brioche. Un fan dei Placebo si nasconde dove meno te lo aspetti! E, se è over 60, ti offre pure la colazione :)

See you in Warsaw!



#besttocome

Per una gallery ad alto tasso di sospiri: https://it.pinterest.com/fbosetti/placebo-stockholm-18-oct-2016/



Commenti

  1. Due gg senza aggiornamenti, sono preoccupato. Ti ha rapita?

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  2. Ma magari! Semplicemente la prima parte di tour per me è finita. Il mio prossimo show è fra 10 giorni :(

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  3. Sei uno spasso... devi pubblicare il tuo own book mia cara.

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